Desideri da Provare

Racconti porno di Rubyrouge Desideri da Provare

Marco aveva finalmente deciso di provare quell’esperienza che da tempo aveva in mente…Voleva farsi dominare, sentirsi usato, schiavo e sottomesso. Aveva trovato l’annuncio in uno di quei giornali ed aveva risposto a quello che gli sembrava perfetto e calzante rispetto alle sue fantasie. Ora che la sua mano stava per suonare al campanello scacciò dalla mente l’ultimo dubbio rimasto. Gli aprì una donna sui 40 anni lunghi capelli biondi, fisico mozzafiato, dal sorriso aperto con gli occhi che sembravano brillare. Era vestita con un abito attillato corto e nero indossava degli stivali a metà coscia.


L’appartamento era arredato con pochi mobili moderni e bianchi, lo fece accomodare nell’ampio divano anch’esso bianco e per metterlo a suo agio gli offri qualcosa da bere. Marco si sentiva la gola secca ed accettò solo dell’ acqua. Dopo pochi minuti di banale conversazione, giunsero al motivo del loro incontro la donna per sondare il terreno gli chiese quali fossero i suoi limiti. Marco ammise più a sé stesso che alla donna di essere disponibile a tutto. Allora lei sfoderando uno splendido sorriso, si alzò dal divano e indicandogli una porta gli fece cenno di seguirla. Lo fece accomodare in una stanza dove su ogni parete erano appese delle attrezzature: fruste di tutti i tipi, manette, strap-on di varie dimensioni, catene, plug-in e tanto altro. Al centro c’era una poltrona chesterfield in pelle nera dove lei si diresse accomodandosi con garbo e naturalezza e sempre sorridendo gli disse subito:

”allora schiavo, vediamo cosa sai fare con la lingua”.

Accavallando le gambe iniziò a dondolarle in attesa.
Marco non se lo fece ripetere due volte e si inginocchio davanti a lei, la fermò e prese a sfilarle delicatamente gli stivali…aveva un bel corpo dalle forme generose ma non volgari, ed era un piacere toccarla. Appena si ritrovò le sue gambe fasciate solamente da setosi collant neri prese a massaggiarle.
“non ti ho detto di usare le mani” intimò la donna
“Si mi scusi” replicò Marco.

Avvicinò la sua bocca ai piedi, aveva dita affusolate, le unghie smaltate di nero. Marco iniziò con la punta della lingua a toccarli, leccò dorso e pianta ma con timore, ma lei con un gesto spazientito puntò il piede verso la bocca e con forza glielo spinse dentro:
“Apri bene questa cazzo di bocca, voglio sentire come succhi, voglio sentire la tua lingua…”.
A quelle parole Marco prese a leccarli con foga. Lei lo lasciò fare scrutandolo, riducendo gli occhi ad una fessura e Marco imbarazzato e pronto a ricevere un rimproverò accentuò il movimento della sua lingua, voleva farle vedere di cosa era capace. A quel punto la donna lo fermò con un gesto della mano e si alzò per sbarazzarsi dei collant che fino a qualche istante prima le fasciavano le gambe e si riaccomodò nella poltrona.

“Succhia ogni singolo dito come se stessi facendo un pompino“

gli ordinò.


Si impegnò Marco, il modo autoritario di parlare che aveva la donna, lo spinse ad esaudire ogni sua richiesta…sembrava che la mistress sapesse bene quali fossero i suoi desideri.

Così come quando gli ordinò di spogliarsi lui lo fece senza imbarazzo. Marco rimase nudo lei gli ordinò di sdraiarsi a terra. Su di un tappetino nero. Così eretta la donna gli salì sopra ed iniziò a toccarlo tutto: prima il viso, poi la bocca, seguì tutto il ventre fino ad arrivare sopra al suo cazzo. Lì si fermò e guardandolo con quegli occhi diventati di ghiaccio schiacciò forte. Marco rimase senza fiato i testicoli gli dolevano e pulsavano. Per sua fortuna durò poco quel supplizio perché ad un certo punto la donna si allontanò lasciandolo lì, sdraiato per terra, a riprendere fiato. La sentì tornare, aveva con se delle catene alle cui estremità c’erano delle manette. Gliele gettò accanto e gli ordinò di legarsele ai polsi, poi si accovacciò e collegò le stremità a dei ganci disposti sul pavimento, lo sistemò in modo da poter fare solo piccoli movimenti. La padrona si era cambiata, aveva indosso un corpetto in latex nero e una culotte di pizzo. Lo scrutava e continuando a sorridere apertamente ma con un tono di voce freddo e distaccato gli parlò:

“Io adesso utilizzerò la tua bocca come un cesso“
“Apri la tua cazzo di bocca e vedi di non far cadere nemmeno una goccia”.
Detto questo si accovacciò sulla bocca di Marco e in pochi secondi l’uomo sentì il getto caldo della pipì entrargli direttamente in gola. La fece ordinandogli di ingoiare finché non svuotò tutta la sua vescica.

“Bene”. Esclamò soddisfatta.

Si alzò lasciandolo con quel sapore aspro in bocca e si allontanò.

Bastò poco per vederla tornate con indosso un’imbracatura e l’annesso strap-on dalle misure abbondanti…

“Cazzo“ sibilò Marco

“Preparati” disse lei.

Lo fece mettere a quattro zampe posizionandogli al di sotto una bacinella, lo bendò perché voleva rendere tutto più eccitante. Marco sapeva quel che l’aspettava ma così nel buio più totale sentiva solo la sua eccitazione, mista a paura aumentare.

All’improvviso lo sentì tra le narici e le labbra e la sua voce impartire un secco ordine.

“Succhia, cagna!“

Marco capì che l’unica cosa che poteva fare era quella di incominciare a leccare e a succhiare, in un crescendo di eccitazione. Presagendo quanto di lì a poco sarebbe accaduto, non lesinò con la saliva. Soddisfatta della lubrificazione lo fermò ed estraendolo dalla sua bocca la sentì spostarsi verso il suo culo.

“Adesso assaggerò il tuo bel culetto”

Lo accarezzò a lungo, lo schiaffeggiò per bene, sputò sul buco per lubrificarlo ancor di più e iniziò a penetrarlo. Prima introdusse una piccola parte con calma, poi affondò tutto lo strap-on. Marco inizialmente si irrigidì ma poi protese all’indietro il suo corpo quasi la volesse favorire. In fondo lo voleva anche lui.

Iniziò a penetrarlo con un ritmo più incalzante fino ad essere quasi violento.. Marco sentiva sbattere contro le sue natiche, mentre le mani della donna gli avevano afferrato i fianchi con un ritmo sempre più veloce.

Marco si ritrovò a pensare che di lì a poco avrebbe schizzato dappertutto e biascicò: “sto venendo”

Immediata fu la reazione della donna, solo un sibilo precedette di pochi istanti la scudisciata che si depositò sulle sue natiche.

Marco rimase senza fiato e capì che avrebbe dovuto trattenere l’orgasmo finché la donna non avrebbe acconsentito.

Le scudisciate furono ripetute, sincronizzate ad ogni colpo che lo penetrava sempre più a fondo. Marco si morse il labbro inferiore voleva trattenere il più a lungo possibile il suo orgasmo ma ogni secondo che passava ne avvertiva l’urgenza.

Nella sua mente si sovrapposero i colpi ripetuti e il suo ansimare quando senza nemmeno accorgersene l’orgasmo lo travolse. E sborrò!

Era felice e sopraffatto perché non aveva mai provato nulla di simile. La donna estrasse dal suo culo lo strap-on e ritornò al suo cospetto e lui sentì che sorrideva:

“Adesso leccalo tutto per bene”

Marco non poté far altro che iniziare a leccarlo nonostante l’odore pungente…ma al pensiero di riassaporare nuovamente le scudisciate preferì leccare ingoiando il tutto. Era stravolto.

“sei proprio un bravo schiavo” disse la donna “era quello che volevi no? “ rimarcò!

Lui in tutta risposta annuì. Si era quello che voleva dopotutto l’aveva cercata per quello.

Ma non era finita lì. La bacinella che aveva posizionato sotto di lui adesso era piena del suo sperma lei la prese e posizionandola davanti alla sua bocca gli disse:

“Adesso bevila tutta altrimenti non ti slego”.

Marco prese fiato, appoggiò la lingua e come un cagnolino devoto e iniziò a leccare dalla bacinella tutto il suo nettare…era amaro ma voleva compiacerla fino alla fine.

La lucidò per bene pensando di aver svolto bene il suo compito.

La donna allora lo sbendò e lo liberò delle manette dicendogli che si era comportato come un bravo schiavo e gli promise che al prossimo incontro lo avrebbe testato con una maggiore determinazione.

Racconto scritto da Anya cod. 151. Puoi chiamarla per approfondire questo o altri racconti appartenenti alla stessa categoria