La zia troia ha voglia…
Vi ricordate di Maculatina? La zia troia del mio amico Francesco? Si esatto, proprio lei! L’avevamo lasciata dopo una bella e appagante scopata col ragazzo delle consegne. Ora dovete sapere che Maculatina aveva sempre pensato con orgoglio alla sua verginità che portava avanti fieramente nel suo piccolo paesino nel salernitano. Tutti rispettavano la donna e mai ci fù una voce su di lei che mettesse in dubbio la sua integrità. Era facile farsi additare come una poco di buono lì, bastava una gonna un poco più corta o un trucco più pesante e immediatamente le voci maligne iniziavano a insinuare volgarità. Lei no, lei era pura e quindi potete facilmente immaginare quanto si sentisse strana per quello che aveva fatto. Pensò a suo nipote e a cosa avrebbe pensato di lei se avesse saputo…una zia troia?? il pensiero la faceva star male ma il ricordo di quel grosso cazzo che l’aveva fatta godere non l’abbandonava mai. Spesso, da allora, nel buio della sua camera da letto, aveva iniziato a toccarsi quel buco ancora stretto, ad infilarci un dito, poi due…
Una sera che la voglia di cazzo sembrava mandarla al manicomio aprì la portiera del frigo e, presa una grossa zucchina, si penetrò il culo con la stessa potenza usata dal ragazzo. Godeva come una troia, la zia porca che ormai era diventata. Il problema non fu scoparsi il culo da sola, il problema fu che ora il cazzo lo desiderava nella figa. La sentiva fremere e chiedere di essere sverginata, scopata, usata. Da quel momento divenne un chiodo fisso, la toccava certo ma nulla sembrava darle sollievo. Voleva il cazzo e lo voleva presto. Si ripromise di farlo di nascosto, lontano dal paese, per poter mantenere il segreto e restare la casta e pia donna che tutti conoscevano
La zia nei siti di incontri
La vacca matura era pronta per essere montata ma sorgeva un problema, come reperire un amante subito e come arrivare in una città abbastanza lontana da casa senza dare nell’occhio. Lei non aveva la patente e ovunque le servisse di andare era sempre il suo amorevole nipote Francesco ad accompagnarla. Certo non sapeva che il tanto adorato nipotino spiava le sue masturbazioni solitarie del retrobottega tramite le webcam installate a sua insaputa. Ah suo nipote! Che uomo speciale!
Maculatina si ricordò che la sua amica Giuseppina le aveva confidato che aveva beccato il marito mentre guardava un sito di incontri sul pc. E allora pensò che se un uomo poteva trovare una donna allora poteva funzionare anche al contrario. Non stupitevi…era una donna semplice e poco avvezza alla tecnologia. Ad ogni modo, dopo vari tentativi, riuscì a trovare quello che cercava. E le si aprì un mondo. C’erano uomini di tutte le età e dimensioni. In effetti si stupì di quanti mettessero la foto del loro cazzo come biglietto da visita. Continuò a leggere tutti gli annunci e nel mentre la sua figa si eccitava e non potè fare a meno di toccarsela mentre sfogliava le varie pagine.
Fu con un cazzo in particolare che arrivò l’orgasmo. ”40enne di Avellino cerca donna matura per scopare in macchina”. Questo breve annuncio era corredato da tre foto ravvicinate del suo cazzo. Per lei era una visione pornografica meravigliosa. Un cazzo bello duro, leggermente arcuato verso la pancia e con una cappella grossa e lucida. Grosso e duro. Scelse lui senza alcun dubbio, quel cazzo l’avrebbe sverginata.
Ed ecco il cazzo che la sverginerà
Con la mano che tremava compose il suo numero. Dall’altra parte rispose una voce calda con un forte accento. Lui la mise a suo agio e parlarono qualche minuto, accordandosi per il giorno dopo. Lui l’avrebbe caricata in macchina in tale posto a tale ora. Era emozionata e felice quando chiuse il telefono. Restava solo da studiare una scusa valida per farsi accompagnare da Francesco ad Avellino.
Passò una buona mezz’ora a pensare e ripensare senza trovare una ragione valida e ormai stava perdendo le speranze quando sentì il campanello della porta d’ingresso annunciare un cliente. Fu sorpresa di vedere suo nipote in negozio e vi lascio immaginare lo stupore quando lui le disse che la mattina dopo doveva andare ad Avellino per un appuntamento di lavoro e che, se voleva andare a farsi un giro per negozi lì, avrebbe potuto accompagnarlo. ”solo, zia, ti devo lasciare da sola lì per un paio d’ore…”
Quel nipote provvidenziale (alla sua figa quasi rassegnata) le aveva risolto il problema. Chissà cosa avrebbe pensato se avesse saputo che lui aveva visto e sentito tutto? La mattina dopo, arrivati in città, si salutarono dandosi appuntamento per pranzo. E lei raggiunse Carlo.
L’incontro di zia con Carlo
L’uomo era un gran chiacchierone e iniziò immediatamente a toccarle la coscia mentre guidava. Parlava e parlava e nel mentre saliva con la mano fino alla sua figa già umida. Poi si aprì i pantaloni e tirò fuori il cazzo imboccando la tangenziale. ”Dai bella porca, fammi una pompa mentre guido” . Maculatina si chinò su quel grosso uccello duro e iniziò a pomparlo per bene, come aveva fatto la prima volta. Era inebriata dall’odore del cazzo e iniziò a sbrodolare sul sedile i suoi umori.
Quando l’uomo fermò l’auto lei era ancora intenta a succhiare i coglioni pelosi di Carlo. ”ferma ferma ora scendiamo”. Alzò la testa e vide che erano in una stradina di campagna senza anima viva intorno anche se senza alcun riparo. Scesero dall’auto e lui la poggiò contro il cofano facendole allargare le cosce. Si mise in ginocchio e le sfilò le mutande facendole cadere a terra. Poi le allargò la figa con le dita e iniziò a leccare con voracità la vecchia porca eccitata. ”girati” le disse tirandosi su.
”Non l’ho mai fatto prima…fai piano” disse lei con un filo di voce. ”minchia sei vergine????”. Non riusciva a crederci. ”Allora sdraiati a terra, ti voglio guardare in faccia mentre ti svergino”. Così lei fece, sdraiata a terra tra la polvere e le mosche, aprì le grasse cosce e lui si mise davanti a lei,in ginocchio. Appoggiò la cappella e le chiese se fosse sicura e al suo si le infilò il suo grosso bastone dentro. Duro e nodoso.
Da vergine a troia è un attimo
Maculatina gridò di dolore ma lui continuò a muoversi dentro di lei ”ora passa”. E in effetti passò in fretta quel dolore lasciando il posto ad un piacere crescente. Sentiva la mazza muoversi ritmicamente e toccarla in punti che non aveva mai sentito così vivi. Lui la stava letteralmente sfondando e lei gemeva e mugolava di piacere. Sentiva di perdersi in una voragine di lussuria mentre i sussulti della sua figa stringevano in una morsa il cazzo dell’uomo. La zia troia venne urlando una prima volta e lui continuò a sbatterla con sempre maggiore potenza fino a che arrivò un secondo orgasmo.
Carlo le tirò il cazzo fuori dalla figa fradicia e si mise a cavalcioni sulla sue gigantesche tettone. ”Succhiami il cazzo dai…” e zia Maculatina ingoiò quel grosso cazzo fino in gola e prese a pomparlo come un’esperta puttana. Sentiva il sapore della sua figa attraverso la pelle intrisa della cappella. Lui le scopava la bocca senza darle tregua, soffocandola e facendola gemere. Poi l’orgasmo arrivò anche per lui e i fiotti densi colarono dentro la gola della soddisfatta baldracca. Quando si rialzò rimase un attimo fermo a guardarla. La donna era coperta di terra e saliva e umori e sperma ma la sua faccia era felice. La aiutò a rimettersi in piedi e sotto di lei vide una pozzetta rossa a simbolo della sua verginità perduta.
L’uomo la riaccompagnò in centro lasciandola dove l’aveva caricata. Non presero altri appuntamenti, non ce ne era bisogno. Si salutarono calorosamente e Carlo uscì sgommando dalla sua vita. Francesco arrivò in auto pochi minuti dopo e quando la zia salì sembrò non far caso alle tracce di terra sulle gambe. Di sicuro notò le mutande di zia, troppo sporche per rimetterle addosso e buttate in fretta nella borsa, che facevano capolino da un lato. ”è andato tutto bene zia? hai provato qualcosa che ti è piaciuto?” chiese tenendo gli occhi sulla strada. ”si si, ho provato una cosina e mi è piaciuta tanto…me la prendo la prossima volta che vengo”